Fabrizio Ravanelli e Gianluca Vialli furono tra i primi italiani a raggiungere la Premier League nel 1996, oltretutto avevano appena vinto la Champions League con la Juventus. All’epoca ci si poteva aspettare, dunque, un trasferimento verso le big del calcio inglese come Manchester United, Arsenal o Liverpool. Invece no: “Penna Bianca” approda al Middlesbrough e Gianluca accettò la sfida del Chelsea.
Ma se i Blues nella seconda metà degli anni ’90 hanno vinto molto, lo devono soprattutto a Gianfranco Zola, arrivato dal Parma per 12,5 miliardi di lire. Impiegherà pochissimo tempo per entrare nel cuore dei tifosi londinesi, che lo ribattezzeranno Magic Box.
Il secondo italiano più amato di sempre dai tifosi inglesi e in particolare quelli del West Ham è Paolo Di Canio. Talentuoso, aggressivo, geniale, astuto, irascibile, tutte caratteristiche che si sposano con lo spirito british.
Questo rispolvero di orgoglio italiano in Premier, ci porta a Gianluca Scamacca. Anche lui attaccante, anche lui a Londra. Il West Ham l’ha voluto fortemente, tanto che ci sono volute poche ore per sborsare una cifra di 36 milioni di euro più 6 di bonus e il 10% sulla futura rivendita. Negli ultimi anni l’attacco degli Hammers è stato guidato da Michail Antonio. Centravanti robusto, con una forza fisica determinante per il gioco di David Moyes: baricentro basso e verticalizzazioni sull’attaccante, bravo a sacrificarsi per la squadra e ad agevolare la batteria dei trequartisti.
Ma il deficit del West Ham era proprio la difficoltà nel non avere un attaccante che garantisse un numero di gol sufficienti per ambire più in alto. È risaputo quanto siano complesse le dinamiche della Premier League: ogni anno le posizioni della gerarchia cambiano, la classifica viene ogni volta modificata dall’andamento dei club, soprattutto dalle cosiddette big six. “Big Scami”, come viene chiamato dai suoi compagni di squadra, ha avuto dei problemi iniziali, sia di natura fisica che legati all’adattamento nel nuovo club e nel nuovo campionato, ma ciononostante, finora ha segnato sei gol in dodici presenze complessive tra campionato e Conference League.
Il pensiero di Moyes sull’ex Sassuolo è sereno e pieno di aspettative: “Tutti dimenticano che ha avuto un brutto virus per 2 o 3 settimane, motivo per cui non ha giocato. Quindi, abbiamo dovuto farlo recuperare… A volte queste cose vengono dimenticate, ma abbiamo molta stima in lui. Ci piace molto, sta facendo bene, quindi sono sicuro che finché rimarrà in forma e in salute, farà vedere le sue qualità“.
Al contrario della competizione europea, dove quasi in ogni incontro ha timbrato il cartellino, Scamacca ha sigillato il suo primo gol in Premier dopo cinque partite. Ma che gol: un bolide dal limite dell’area, di controbalzo, di collo esterno. Diciamo uno dei suoi, dato che in Serie A abbiamo già visto più volte le sue prodezze dalla distanza. La giornata successiva contro il Fulham, la sua magia di pallonetto ha mandato in visibilio la curva del London Stadium.
A Scamacca riescono spesso gol difficili e in questo aiuta il suo formidabile destro da fuori area e la sua capacità di coordinarsi in acrobazia. Nel periodo pandemico, nel quale ha avuto modo di esordire e trovare la continuità in Serie A, ha dimostrato di saper crescere oltre i lampi di genio, di poter diventare un giocatore più solido ed utile: non era scontato per come stava andando all’inizio della carriera.
PERCHÉ SCAMACCA
L’avvio di stagione del suo nuovo club è stato appesantito piuttosto pesante: tre sconfitte nelle prime gare di campionato. Dopo la sosta è arrivata la continuità che ci si aspettava, e attualmente sono sei le distanze dal quarto posto. Un club che negli ultimi tre anni anni non ha mai mancato la qualificazione alle coppe europee: un quarto posto sfiorato due stagioni fa e l’anno scorso una sfortunata semifinale di Europa League persa contro l’Eintrach Francoforte, poi vincitore della competizione. L’arrivo di Scamacca è con l’ottica di andare a migliorare ancora e alzare l’asticella verso l’alto, a dimostrare l’ambizione del West Ham che vuole crescere a tutti i livelli.
Se Di Canio prima, anche lui della periferia romana, è riuscito a conquistare la folla londinese, Scamacca si trova sulla scia dei suoi antenati.