La punibilità degli interventi alla disperata di Terracciano e Rui Patricio

La punibilità deriva da fattori solo apparentemente uguali

Nell’ultima giornata di campionato abbiamo assistito a due casi, apparentemente analoghi, che hanno fatto discutere. Infatti, in Fiorentina – Inter e Roma – Napoli ci sono stati due contatti in area di rigore con il portiere in uscita che ha travolto l’attaccante, toccando anche il pallone. A Firenze è stato fischiato calcio di rigore, a Roma no. Vediamo perché la scelta è capibile e supportabile.

Innanzitutto, c’è da osservare che i due interventi non sono identici, un arbitro deve essere in grado di rilevare la differenza, che possono essere, come in questo caso, fondamentali. La fortuna o la sfortuna è che all’interno della differenza tra i due interventi corre la linea della punibilità. Per quello ho deciso di spiegarvi la differenza tra i due episodi, sperando di fornirvi elementi di giudizio critico e di conoscenza del regolamento e dell’applicazione dello stesso, in modo da apprezzare la correttezza delle due scelte fatte dai rispettivi arbitri.

Chiariamo inoltre che la questione della “disponibilità del pallone”, per quanto riguarda la valutazione tecnica di un fallo, è un’invenzione giornalistica. Chi ne parla per giustificare la punibilità o meno tecnica di un contatto non conosce a dovere il regolamento e la sua applicazione. Nella migliore delle ipotesi.

Infatti, un intervento falloso con contatto è valutato tale se avviene in modo negligente, imprudente o con vigoria sproporzionata:

Da regolamento:

– “Negligenza” significa che il calciatore mostra una mancanza di attenzione o considerazione nell’effettuare un contrasto o che agisce senza precauzione. Non è necessario alcun provvedimento disciplinare.
– “Imprudenza” significa che il calciatore agisce con noncuranza del pericolo o delle conseguenze per l’avversario e per questo deve essere ammonito.
– Con “vigoria sproporzionata” si intende che il calciatore eccede nell’uso della forza necessaria e/o mette in pericolo l’incolumità di un avversario e per questo deve essere espulso.

Come vedete la presenza o meno del pallone non è nominata.

Infine, il fatto di toccare il pallone non è automaticamente discriminante tra un intervento falloso e un intervento non falloso. Infatti, in casi come questi, probabilmente, il mancato tocco del pallone avrebbe portato automaticamente alla concessione del calcio di rigore, mentre il tocco del pallone non necessariamente scagiona il portiere dall’aver effettuato una uscita negligente.

Venendo ai due casi, in teoria entrambi possono essere considerati fallosi, ed entrambi possono essere considerati non fallosi, a seconda di come sia interpretata la questione della negligenza, ma c’è una differenza sostanziale che ci aiuta a capire la corretta interpretazione.

Fiorentina – Inter

In Fiorentina – Inter l’uscita di Pietro Terracciano su Lautaro Martinez è principalmente sull’uomo e il portiere arriva solo con le punte di alcune dita a toccare il pallone. Tale intervento è plausibilmente considerabile come negligenza, perché il tocco del pallone è minimale, quasi trascurabile. Quindi è supportabile la decisione di assegnare il calcio di rigore.

Ma come si valuta un caso del genere?
Considerando velocità, incrocio delle traiettorie, estensione degli arti, punto di contatto, e, in generale, la dinamica dell’intervento. Per semplificare possiamo dire che se l’intervento sul pallone è netto, quindi, è una parte importante dell’azione del portiere, normalmente non si interviene perché il contatto diventa un contatto di gioco, diversamente, come in questo caso, quando il contatto col pallone è lieve, quasi impercettibile, è possibile e plausibile dare calcio di rigore. Come è avvenuto.

Roma – Napoli

In Roma – Napoli l’uscita Rui Patricio su Tanguy Ndombélé ha una valenza diversa. Infatti, il portiere arriva nettamente sul pallone, lo colpisce decisamente più in pieno e quindi, in quel momento, ottiene una sorta di diritto acquisito, ovvero quello che il contatto con l’attaccante diventi semplicemente un contatto di gioco, perché il suo movimento non è negligente. Il grosso della sua azione sortisce l’effetto voluto. Quindi è possibile e plausibile non dare calcio di rigore. Come è avvenuto.

La differenza sostanziale della punibilità

Dall’analisi appare evidente la differenza tra i due interventi e, come anticipato, la linea di punibilità passa esattamente in mezzo ai gradi di punibilità dei due episodi, ovvero è decisamente plausibile che uno dei due venga punito e l’altro no. Sono in qualche modo sfumature, ma vanno colte e utilizzate per valutare al meglio gli episodi, perché alle volte, come in questo caso, sono fondamentali.

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Paolo Scoglietti

"... E la cosa stupenda è che tutto questo si ripete continuamente, c'è sempre un'altra stagione. Se perdi la finale di Coppa in maggio puoi sempre aspettare il primo turno in gennaio, che male c'è in questo? Anzi è piuttosto confortante, se ci pensi" Osservatore della realtà con un grammo di sogno essenziale, scoperto da quando scrivo di calcio inglese. Amante della sua inimitabile storia e di tutti i suoi bauli pieni di segreti.