Nel giro di pochi giorni abbiamo assistito a due episodi apparentemente uguali che hanno portato a due decisioni praticamente opposte con conseguenze importanti, nel caso del milanista Rafael Leão, a causa ad un doppio giallo con conseguente espulsione.
In Sampdoria – Milan 1-2 di sabato 10/09/2022, infatti, l’arbitro Fabbri estrae il secondo giallo per imprudenza al calciatore portoghese, che tenta una rovesciata in area di rigore ma colpisce in pieno la testa il sampdoriano Alex Ferrari.
Durante Salernitana-Lecce 1-2 di venerdì 16/09/2022, l’arbitro Doveri non interviene né tecnicamente né disciplinarmente su una rovesciata in fase di attacco dell’’esterno della squadra campana Pasquale Mazzocchi che porta al contatto tra la gamba del calciatore e la testa di Federico Di Francesco.
Perché ci sono state due decisioni così diverse in due episodi tanto simili?
Perché non sono così simili come possa sembrare ad un osservatore poco attento. Riguardando le immagini si vede che sono due dinamiche diverse, e, come gli arbitri sanno bene, la pericolosità della rovesciata (come di qualsiasi altro movimento potenzialmente pericoloso) va valutata rispetto a dinamica, tempi e spazi. È innegabile infatti che una rovesciata, di per sé, non possa portare ad alcuna sanzione se effettuata a debita distanza dagli avversari, quindi più vicini sono i calciatori, maggiore sarà la possibilità di intervento arbitrale.
Nel caso di Leão, i due calciatori sono a strettissimo contatto ancora prima dello slancio per la rovesciata, già questo è indice che decidere di portare la gamba ad altezza testa dell’avversario, può essere molto pericoloso, Leão, inoltre, è in ritardo e soprattutto invade lo spazio dell’avversario, colpendolo. La questione dell’invasione dello spazio dell’avversario è fondamentale e guida anche altre tipologie di decisioni arbitrali, come, ad esempio, la distinzione tra anticipo e sgambetto in determinate dinamiche.
È stato quindi questo “andare verso l’avversario” che ha portato alla punizione dell’intervento del milanista. Il contatto poi con la testa o il volto dell’avversario significa che il calciatore ha agito con noncuranza del pericolo o delle conseguenze per l’avversario e per questo deve essere ammonito, come da regolamento.
Mazzocchi invece, negli istanti precedenti la sua rovesciata, non solo è sempre un po’ distante dall’avversario, ma si allontana e viene in qualche modo rincorso dall’avversario. Il calciatore della Salernitana solleva e muove la gamba e colpisce il pallone all’interno del “suo” spazio, non invade lo spazio dell’avversario. Dal canto suo Di Francesco è in ritardo e si muove andando lui ad invadere lo spazio di movimento dell’avversario. Quindi non c’è pericolo o realtà di contatto causata da chi fa la rovesciata ma piuttosto da chi si getta su di lui, essendo anche evidentemente in ritardo.
Da qui la differenza di punibilità che deve essere capita a fondo per poter, un domani, distinguere casi diversi a fronte di episodi apparentemente molto simili. La conoscenza del regolamento, delle direttive e delle indicazioni (come nel caso della rete annullata a Milik) è fondamentale per giudicare al meglio.