Khvicha Kvaratskhelia, un calciatore “splendente” alle pendici del Vesuvio

La nostra storia parte da lontano, dalla Georgia da cui il nostro protagonista, Khvicha Kvaratskhelia, ha mosso i suoi primi passi da calciatore, alla conquista dell’Europa. Carriera che in un certo senso era già quasi segnata per lui, essendo il padre Badri ex calciatore e attualmente un allenatore. Khvicha è cresciuto nel settore giovanile della Dinamo Tbilisi, club che fu tra le più forti compagini dell’era sovietica e che all’epoca era l’unione di tutte le Dinamo locali. Esordì nel 2017 ad appena 16 anni, e l’anno successivo passò al Rustavi, sempre in patria. Ai tempi si diceva già un gran bene di quel ragazzo longilineo e quasi funambolico nell’arte del dribbling, tanto che appena maggiorenne Khvicha volò in Russia, alla Lokomotiv Mosca, dove cominciò a farsi notare nel calcio che conta. A fine stagione arrivò il suo primo grande contratto: un quinquennale col Rubin che lo mise al centro del progetto tecnico e che gli permise di vincere per due stagioni di fila i premi come miglior giovane del campionato russo e calciatore georgiano dell’anno. Proprio quando sembrava ormai in rampa di lancio però, le crescenti tensioni sociali tra Ucraina e Russia lo hanno messo in una posizione scomoda: Kvaratskhelia ricevette addirittura minacce e per questo fu costretto a tornare in patria, chiudendo la stagione 21-22 alla Dinamo Batumi.

Nel luglio di quest’anno l’attaccante passa al Napoli e sceglie la maglia 77, non una scelta casuale considerando che il 7 è il suo numero preferito e anche quello che indossa già in nazionale. E curiosamente 7 sono anche i gol che ha all’attivo attualmente in tutte le competizioni con i partenopei, oltre a 6 assist e 3 rigori procurati. Kvaratskhelia che è solo il terzo georgiano a segnare nel nostro campionato, con la relativa classifica che vede al comando Kakha Kaladze con 12 gol seguito da Levan Mch’edlidze con 11. Difficile trovare negli ultimi anni un giocatore così impattante nel nostro campionato, e con la sua capacità di determinare le sorti delle partite, com’è successo ad esempio nell’ultima gara col Bologna. Nel 3-2 contro i ragazzi di Thiago Motta Khvicha, pur non segnando, è risultato decisivo con l’assist per il gol di Osimhen. Inoltre, andando a osservare più nel dettaglio la sua prestazione ciò che impressiona è la sua capacità di essere pericoloso davanti, con 6 occasioni create e 5 passaggi chiave per i suoi compagni.

Il georgiano mostra poi grande abilità nel dribbling avendone già tentati 47 in stagione in Serie A (il secondo in questa classifica è Banda del Lecce con “appena” 37), e il fatto di essere bravo con entrambi i piedi lo agevola in questo senso, con i difensori che non sanno mai dove potrà andare e vengono spesso disorientati dalle sue movenze. Nonostante l’altezza non indifferente per un dribblatore (1 metro e 83) Kvaratskhelia riesce spesso a saltare in velocità il diretto avversario anche quando sembra aver perso lo spunto, quasi volteggiando sulla palla con lo stile delle antiche danze georgiane, grande tradizione folkloristica delle sue parti, dove ne esistono di ogni tipologia in base al contesto sociale. Ai tempi del Rubin Khvicha arrivò a 300 dribbling in stagione, e anche da noi sembra non aver perso l’abitudine nello spumeggiante Napoli di questo inizio di stagione, come mostrano anche i suoi numeri in Champions che lo vedono al quarto posto con 23 dribbling tentati (di cui 11 riusciti, tre volte sopra la media della competizione) dietro solo a Mbappé, Dembelé e Vinicius, non esattamente dilettanti in questa specialità.

Eppure Kvaratskhelia è arrivato al Napoli in sordina e in una stagione che poteva essere definita di transizione, con l’addio di senatori come Koulibaly, Mertens e Insigne. Il suo acquisto, insieme a quello di altri giovani interessanti (su tutti Kim e Raspadori), sembra aver dato nuova linfa agli azzurri, che si stanno imponendo come assoluti protagonisti in Italia e in Europa. A Spalletti va dato il merito di essere riuscito a inserire al meglio i nuovi arrivati in un contesto di squadra ormai collaudata, con il georgiano in particolare che sta esprimendo il suo miglior calcio in carriera in questa prima parte di stagione. Un calcio quasi “splendente”, che non a caso è il significato del suo nome in lingua mengrelia, idioma parlato nell’etnia da cui proviene Khvicha. Insomma, un calciatore luminoso nella città più calorosa della nostra penisola calcisticamente e non, e che stimola i sogni e le fantasie dei tifosi come non avveniva da anni, tanto che da quelle parti è già stato ribattezzato Kvaradona. Un chiaro riferimento al Pibe de Oro che in una recente e suggestiva locandina dell’Ajax, in presentazione della sfida col Napoli in Champions, sedeva vicino Johan Cruijff chissà dove in cielo, con i due pronti a godersi lo spettacolo. In quell’occasione è finita con un pirotecnico 6-1 per i ragazzi di Spalletti, con Khvicha che ha segnato e fornito assist, e c’è da scommettere che quest’anno i tifosi partenopei potranno continuare a sognare e divertirsi a lungo grazie alle sue magie, le magie del ragazzo col nome impronunciabile che viene da lontano.

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Paolo Scoglietti

"... E la cosa stupenda è che tutto questo si ripete continuamente, c'è sempre un'altra stagione. Se perdi la finale di Coppa in maggio puoi sempre aspettare il primo turno in gennaio, che male c'è in questo? Anzi è piuttosto confortante, se ci pensi" Osservatore della realtà con un grammo di sogno essenziale, scoperto da quando scrivo di calcio inglese. Amante della sua inimitabile storia e di tutti i suoi bauli pieni di segreti.