Gianluca e Roberto si abbracciano forte.
Che coppia Gianluca e Roberto: Roberto dribblava, ispirava, pennellava e Gianluca segnava. Erano i gemelli del gol. Roberto era mente, Gianluca era braccio.
Che Sampdoria quella di Gianluca e Roberto, era bella e sfrontata, la più forte di sempre.
Boskov dirigeva, Mancini inventava e Gianluca gonfiava la rete. Roberto era arte, Gianluca era forza. Gianluca e Roberto, sotto la lanterna dopo ogni gol, si abbracciavano e diventavano grandi.
Gianluca faceva gol e Marassi esplodeva. Roberto incantava , fintava e Marassi sognava. Gianluca e Roberto si abbracciavano e da giovani promesse diventavano campioni.
I gemelli del gol dalla Samp andavano in nazionale. Quel mondiale italiano doveva essere loro, divenne di Schillaci e Roberto Baggio, ma non divenne nostro.
Gianluca e Roberto si abbracciavano e diventavano campioni d’Italia in un Marassi colmo di gioia e Mantovani colmo di lacrime.
Gianluca e Roberto si abbracciavano e volevano la coppa dei campioni e la gloria a Wembley, nel tempio del calcio.
Roberto correva, dribblava e pennellava, come l’artista davanti la tela. Gianluca correva e tirava, ma quella palla non voleva entrare. Un gol, un lampo e il sogno svanisce.
L’arbitro fischia la fine. La fine di un sogno, la fine di un’era. La Coppa se l’è presa Cruyff. Gianluca e Roberto si abbracciano ancora. È un abbraccio di dolore.
È un addio. I gemelli del gol non ci sono più. Maledetto Wembley!
Gianluca Vialli e Roberto Mancini si abbracciano ancora e ripercorrono la loro storia. Si abbracciano forte da tutta una vita.
L’uno è mente e l’altro è braccio. L’uno è magia e l’altro è forza. Si sostengono, come solo gli amici sanno fare, come i campioni devono fare.
Rincorrono ancora il loro destino, rincorrono ancora un’altra gloria. Si abbracciano, laddove sembrava finita.
Si abbracciano sotto il cielo di Wembley tinto d’azzurro e sognano ancora.