La Fiorentina rischia davvero di finire in un vortice senza possibilità di riemergere. Soprattutto dopo la sconfitta subita contro l’Inter, dove si sono visti dei segnali di ripresa rispetto all’andamento generale di questo inizio di stagione della squadra di Vincenzo Italiano. Un’analisi superficiale potrebbe far pensare che è vero, è arrivata una sconfitta, ma la Fiorentina non ha mai mollato, contro l’Inter in netta ripresa e capace di pareggiare al Camp Nou contro il Barcellona. Dunque da ora in avanti si potrà prendere come base di partenza quanto di buono visto contro la squadra di Simone Inzaghi ed aggiungere altri tasselli per migliorare ancora. Ma è il caso della Fiorentina? Sì e no: arriveremo al perché.
Il campionato dei viola è cominciato subito all’insegna del brivido: vittoria 3-2 con la Cremonese neopromossa. Sono altre le partenze tranquille. Eppure la squadra di Italiano in estate si è resa protagonista di una parziale rivoluzione: sono infatti arrivati Gollini, Dodo, Mandragora, Barak e Jovic. Tutti giocatori che nell’ideale ingranaggio dell’allenatore nato in Germania girano alla perfezione, e che avrebbero dovuto andare a migliorare una base già solida dopo le ottime cose viste lo scorso anno. Ma il calcio spesso non è una semplice addizione, dove basta sommare degli elementi per avere un risultato. Ci sono un’infinità di variabili.
La Fiorentina è spesso stata sterile, bloccata e imprecisa, ed è un problema che riguarda quasi esclusivamente la fase offensiva. Guardando i dati ci si rende conto meglio di quanto i viola molte volte producano più occasioni da rete degli avversari di turno, ma fanno una fatica tremenda a centrare lo specchio della porta. Ecco qualche esempio sui tiri totali tentati nell’arco dei 90 minuti:
- contro la Juventus 17 tiri a 4. Risultato finale: 1-1.
- contro l’Atalanta 15 tiri a 9. Risultato finale: 1-0 per la Dea.
- contro la Lazio 25 tiri a 10. Risultato finale: sconfitta 4-0.
Italiano ha spesso usato il termine “riattivare” riferito al suo attacco o a qualche suo giocatore in particolare, come ad esempio Jovic. E contro l’Inter la Fiorentina ha dato finalmente dei segnali di ripresa, con il primo gol stagionale di Cabral, la perla di Ikoné e la girata al volo proprio di Jovic a tempo scaduto (o quasi…). La manovra è stata produttiva ed abbondante come sempre, ma questa volta finalmente è stata sublimata dal cambio di punteggio del tabellino. Ma non è bastato nemmeno questa volta.
COSÌ LA FIORENTINA RISCHIA DI ANNEGARE
Nessuno ha la sfera di cristallo per poter vedere cosa succederà in futuro, e prevedere come sarà il campionato di Barak, Kouamé e compagni è impossibile. Quel che è certo è che quando stai affogando (perché il quattordicesimo posto vuol dire affogare), e ti sembra di riuscire a tornare a respirare con uno sforzo immane in una partita del genere ma vieni di nuovo spinto verso il fondo con un fortunoso gol di Mkhitaryan, provare a risalire è ancora più faticoso.
La buonissima prestazione della Fiorentina può far scattare il pensiero, autodistruttivo ma naturale, che nemmeno con delle partite del genere arrivano punti. E allora tanto vale faticare meno ed incrociare le dita per un risultato positivo. Mai banco di prova potrà essere migliore di questo per rivelare la caratura di Italiano, tra i migliori allenatori “di campo” del nostro panorama, ma ciò che serve al suo gruppo in questo momento è più simile alla figura di uno psicologo. Serve compattare il gruppo, convincerlo delle proprie qualità che non possono essere svanite nel corso di un’estate, e che scrivere un campionato diverso è possibile.