Una salvezza che ha del miracoloso lo scorso anno. Una rivoluzione in estate che ha visto Walter Sabatini, reale demiurgo della Salernitana che poi si è salvata, lasciare il suo posto dopo incomprensioni fragorose con la proorietà granata. Il subentro di Morgan De Sanctis al suo posto, la conferma di Davide Nicola sulla panchina e un’altra pioggia di calciatori arrivati a vestire la maglia della Salernitana.
Se la Serie A fosse un parco giochi, la Salernitana sarebbe sicuramente le montagne russe. Un continuo susseguirsi di alternanza emotiva, dal baratro più buio come la salvezza che sembrava impossibile lo scorso anno, all’estasi più alta possibile nonostante la sconfitta 4-0 subita dall’Udinese nell’ultima giornata in casa, ma con il Cagliari che non è riuscito a segnare al Venezia per guadagnare quei punti necessari al sorpasso sui campani per la permanenza nel nostro massimo campionato.
DELLE ACQUE CALME NON PARLA NESSUNO
Il cervello umano è strutturato per ricordare ciò che porta picchi emotivi, che essi siano negativi o positivi. Tutto ciò che passa come emozionalmente neutrale non viene memorizzato, perché altrimenti le informazioni da immagazzinare sarebbero troppe e si correrebbe il rischio di intasare lo spazio di archiviazione.
Per cui sui giornali, in tv, online e sui social si parla spesso, giustamente, delle squadre di vertice come Napoli, Milan, Atalanta, Inter e via dicendo. Allo stesso modo si analizzano le situazioni di chi sta peggio, dunque della lotta salvezza e di quali possono essere gli scenari per tirarsene fuori per chi sgomita nel fango della retrocessione.
Tutto ciò che sta nella “Terra di Mezzo“, difficilmente viene preso in considerazione per analisi e confronti. Eppure la Salernitana, solo per citare una delle squadre in questa situazione, meritano lo stesso trattamento di chi viaggia a vele spiegate e di chi invece imbarca acqua.
LA SALERNITANA DI QUEST’ANNO
Davide Nicola nel corso di questa stagione ha plasmato una squadra che unisce lo spirito battagliero e mai domo dell’allenatore esperto in salvezze clamorose e principi di gioco ben chiari. La Salernitana si esprime in maniera efficace sul campo, andandosi ad appoggiare a dei giocatori funzionali al proprio gioco che le consentono di avere molte variabili da poter sfruttare a proprio vantaggio.
È una squadra che cerca molto spesso la verticalità immediata, potendo contare sulla capacità di andare in profondità dei suoi attaccanti come Bonazzoli e Dia, ma anche di un esterno di spinta come Mazzocchi. Ci sono anche Piatek e Botheim quando la partita che vuole impostare Nicola ha bisogno di attaccanti più muscolari che facciano sentire il proprio peso in area.
Sulla corsia destra agisce invece Candreva, da vero e proprio regista laterale, consentendo anche la manovra in orizzontale per sfruttare il campo nella sua ampiezza. Il centrocampo unisce qualità a quantità, grazie agli arrivi di Maggiore e di Vilhena arrivati per alzare il livello tecnico di un reparto già fisico.
Due esempi sono i gol segnati da Piatek prima e da Dia poi nella partita casalinga contro il Verona. Verticalità assoluta con un rilancio di Sepe a cercare direttamente le punte (Piatek e Bonazzoli), che dopo uno scontro aereo vinto dal polacco vanno in porta sfruttando gli spazi aperti nella difesa dei gialloblu. Il gol di Dia invece arriva dopo una combinazione ad alta velocità Radovanovic-Vilhena-Botheim-Dia al limite dell’area, che porta allo splendido tiro a giro sul secondo palo dell’attaccante del Senegal.
Anche la fase difensiva ha subito molti miglioramenti. I granata non sono certo la difesa più impenetrabile del campionato, ma quantomeno rispetto alla stagione scorsa c’è un contraddittorio. Il riscontro numerico è lampante. Dopo 13 giornate, la Salernitana è a quota 17 punti ed è nella parte sinistra della classifica al nono posto. Lo scorso anno, i punti dopo 13 partite erano 7 e i granata erano ultimi. 19 gol subiti contro i 28 della passata stagione.
La squadra di Davide Nicola sta facendo un campionato di tutto rispetto, ed è in assoluto quella che è migliorata di più rispetto al recente passato. Facciamoci caso, e diamo tutte le attenzioni che si merita anche a chi apparentemente sta giocando una stagione “normale”, quando guardando i presupposti di partenza, di normale non c’è proprio nulla.