De Ketelaere: San Siro ha imparato ad aspettare

L’arrivo di Charles De Ketelaere al Milan ha portato una scarica di entusiasmo che nell’ambiente rossonero non si viveva da un po’ sul fronte mercato. Se sul lato sportivo lo Scudetto vinto lo scorso anno ha portato dopo 11 anni i tifosi ad esplodere di gioia, per quanto riguarda il mercato l’esaltazione per i grandi colpi è ormai da tempo più sommessa e contenuta.

La politica del Milan è fin dagli ultimi anni di Berlusconi, con l’eccezione dell’estate delle “cose formali” di Fassone e Mirabelli di cui non rimane altro che la cenere nell’attuale rosa, caratterizzata da una certa attenzione ai conti. Anni di spese folli hanno portato i bilanci del Milan sempre più in rosso, e che solo da quando Gazidis è entrato in società stanno tornando ad avere dei valori accettabili.

L’ex Arsenal è stato voluto fortemente a Milano da Elliott, il fondo proprietario del Milan fino a qualche mese fa prima dell’insediamento di Cardinale, proprio con il compito di risanare quanto più possibile i conti dei rossoneri in ottica di una futura cessione. Nuovi sponsor, taglio del monte ingaggi, revisione dei conti in generale. Possiamo dire missione compiuta.

Proprio per questo ha fatto uno strano effetto vedere spendere 35 milioni per un nuovo acquisto. Nel calciomercato (folle) di oggi non sono poi tutti questi soldi, ma per gli standard italiani ad eccezione di qualche super-colpo, e soprattutto per il Milan, ha rappresentato uno stacco importante con le modalità d’azione del recente passato.

Per adesso, dopo un avvio decisamente promettente, De Ketelaere non ha lasciato una grande impronta nel cammino del Milan. Preso per aumentare il tasso tecnico dell’attacco del Milan, l’ex Bruges sta trovando qualche difficoltà nell’imprimere il proprio nome sull’espressione dei rossoneri. E dopo quei 35 milioni, il San Siro dei Campioni d’Italia si aspettava se non già protagonismo assoluto del classe 2001, quantomeno qualche graffio in più. La tifoseria del Milan è da sempre molto esigente e il tempo per farsi ben volere da parte dei giocatori è relativamente poco. “Giochi bene? Sei uno dei nostri. Giochi male? Ti fischiamo“.

Ma il lavoro straordinario e già meritatamente elogiato di Maldini, Massara e Pioli nella costruzione prima e nella gestione e nell’espressione sul campo poi, hanno abituato il tifoso rossonero ad essere più paziente con chi non riesce dalle prime partite a rendersi protagonista.

I “VECCHI” DE KETELAERE

Due giocatori sono decisamente esemplificativi: Leao e Tonali. Il portoghese nel suo primo anno rossonero aveva sì fatto emergere qualche scintilla di talento, ma era solamente il lontano parente del fuoriclasse assoluto che oggi ogni difensore spera di non incrociare mai. Il percorso di Tonali è simile: primo anno di ambientamento dove erano più le giocate sbagliate di quelle giuste. Adesso è un pilastro fondamentale nell’undici di Pioli e un idolo della tifoseria. Entrambi sono anche riuscti a farsi dedicare un coro personale, come succedeva ai tempi di Shevchenko e di Kakà.

Se dunque il lavoro di valorizzazione porta questi risultati, i tifosi del Milan possono aspettare volentieri che De Ketelaere si mostri per il giocatore che veramente è. San Siro lo ha capito ed è disposto ad attendere. Come detto in precedenza, il talento belga non ha lasciato ricordi indelebili fino ad ora. Ma non ci sono mai stati fischi dopo un errore o quando è stato richiamato in panchina da Pioli. Anzi, sono sempre abbondanti gli applausi che accompagnano l’ingresso in campo o l’uscita del numero 90.

Banalmente, o forse no, nel momento dell’annuncio delle formazioni delle partite casalinghe, il San Siro rossonero urla sempre con convinzione il nome di De Ketelaere. Trattamento che per altri componenti della rosa non avviene, o avviene in misura minore.

I tifosi del Milan hanno imparato a vedere non che giocatore è, ma che giocatore può diventare. Le qualità sono indubbie, e qualche piccola scintilla si è già intravista. E il fatto che Maldini e Massara lo abbiano voluto così tanto è il sigillo di garanzia sul fatto che De Ketelaere può essere aspettato tranquillamente fino al momento in cui farà esplodere di gioia la curva.

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Paolo Scoglietti

"... E la cosa stupenda è che tutto questo si ripete continuamente, c'è sempre un'altra stagione. Se perdi la finale di Coppa in maggio puoi sempre aspettare il primo turno in gennaio, che male c'è in questo? Anzi è piuttosto confortante, se ci pensi" Osservatore della realtà con un grammo di sogno essenziale, scoperto da quando scrivo di calcio inglese. Amante della sua inimitabile storia e di tutti i suoi bauli pieni di segreti.